Le storie nella storia. Raccontare gli attori locali della storia alimentando la public history

La storia esiste perché esiste chi la vive e chi la racconta. Chi la racconta spesso non la vive ma ne registra gli eventi, ne sente le pulsioni o ne reinterpreta i frammenti lasciati qua e la da chi l’ha vissuta. La storia è pubblica da sempre per nostra fortuna, ma ad un certo punto abbiamo iniziato a osservare quanto i nuovi media abbiano dato alla storia e a chi la racconta nuove opportunità di racconto.

In queste settimane ho avuto il piacere di dare un piccolo contributo al corso di Digital and Public History del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno curato dal Docente Dario Marino.

Con gli studenti di Filologia Moderna stiamo sviluppando un breve percorso per la costruzione di un prodotto di narrazione su alcuni personaggi storici risorgimentali. Un percorso che parte dal brief creativo, passa per la creazione della mappa tematica del progetto ed arriva alla sceneggiatura, la registrazione e l’editing del podcast.

Ho chiesto al docente Marino perché questo laboratorio ha senso nel percorso didattico che lui sta proponendo ai suoi allievi: “L’insegnamento di Digital and Public History del corso di laurea magistrale in Filologia moderna (secondo anno del curriculum Umanistica digitale per imprese culturali e ricerca) prevede la realizzazione da parte degli studenti di un contenuto audio digitale per sperimentare una narrazione storica che prenda in considerazione uno spettro vario di pubblici. È nata così l’idea di un podcast sui protagonisti del Risorgimento in Cilento. Non sono nomi noti, questo è certo. Al contrario, sono personaggi conosciuti spesso solo da qualche specialista e dai cultori di storia locale, ma rappresentano storie di vita affascinanti che restituiscono un racconto vivido dei principali fenomeni storici dell’Ottocento nel Mezzogiorno d’Italia. Il podcast sul Risorgimento in Cilento, tuttavia, non si pone solo il problema di narrare in modo efficace e pensare, fin dalla sua fase progettuale, al pubblico verso il quale si rivolgerà. Con queste narrazioni, si intende riaffermare, ancora una volta, l’importanza della storia come valore di conoscenza civile fondamentale, capace di rigenerare paesaggi storici locali, valorizzando l’identità culturale e il senso di appartenenza ai luoghi. Durante il lungo Ottocento, le comunità del Cilento e del Vallo di Diano hanno svolto un ruolo di primo piano nella formazione e nello sviluppo delle dinamiche storiche del conflitto politico del Regno delle Due Sicilie, contribuendo in maniera originale all’accidentato e complesso percorso di costruzione dello Stato nazionale nel Mezzogiorno. All’epoca, in sostanza, questi territori, attraverso tradizioni familiari, sociali e territoriali, erano immersi nel flusso della grande politica internazionale del Mediterraneo. Evocare questo passato significa rispondere in maniera costruttiva al vuoto di memorie che caratterizza alcune aree del nostro Paese”.

Raccontare personaggi storici minori attraverso la creazione di un podcasta ad essi dedicato può aprire numerose possibilità. Creare una sceneggiatura uscendo dai dagli scenari maggiormente utilizzati e battuti dalle narrazioni dominanti, indagarne di nuovi, dare voce a punti di vista diversi, uscendo dalla sola prospettiva della voce narrante, sceneggiando, creando un racconto plurale e arricchito da fonti e rielaborazioni che lasciano aperte nuove riflessioni. Utilizzando i nuovi media è possibile creare nuovo forme di partecipazione e consapevolezze storiche, rinnovati protagonismi, aprire dibattiti utili alle riflessioni politico-culturali sul presente e sul futuro. Raccontare la storia utilizzando nuovi linguaggi è un’opportunità, per la storia che amiamo e per quella che ameranno coloro che ci seguiranno.

Mi occupo di storie, non di storia, ma in qualche molto la storia è il grande universo nel quale le storie delle donne e degli uomini vivono, alcune splendono più di altre, alcune vivono più a lungo, altre solo qualche momento. Inoltre nel grande universo della storia, le storie vivono in innumerevoli galassie di forme e grandezze diverse.

Ad arricchire e rendere maggiormente consapevole il mio contributo in questo laboratorio, c’è la produzione video che ho realizzato negli anni scorsi con e per gli archeologi dell’Università di Salerno, coordinati dalla Prof.ssa Antonia Serritella, che conducono le loro ricerche nel sito Lucano di Laurelli, proprio nella mia comunità di appartenenza. Questo è il piccolo documentario che abbiamo prodotto proprio raccontando il legame tra il sito archeologico e l’attuale abitato, dando spazio a riflessioni sulle identità e sulle consapevolezze storiche delle donne e degli uomini contemporanei. [guarda il video]

Torniamo al nostro laboratorio nel corso di Digital and Public History, nel primo appuntamento abbiamo lavorato su due contenuti di progettazione, il brief narrativo e la mappa concettuale che descrive il personaggio protagonista della storia che ogni studente racconterà.

 

Nel secondo e nel terzo appuntamento del nostro laboratorio ci siamo soffermati sulla strutturazione della sceneggiatura e sulla ricerca degli elementi sonori per articolare i podcast di narrazione.
Le fonti si sono via via trasformate in sceneggiature con le descrizioni dei luoghi, delle vicende, degli effetti sonori da interire, gli script da leggere e interpretare e i dialoghi ove fosse possibile e necessario avere a disposizione fonti che ne permettessero la riproduzione, anche parziale.

Un lavoro denso che dalla ricerca storica ci ha portati fino alla creatività narrativa. La natura anche eterogenea delle fonti, che a seconda dei personaggi raccontati potevano essere epistole, sentenze giudiziarie, pagine di diari e atti ufficiali ha permesso di generare diverse prospettive di racconto, con approcci diversi e format sperimentali permettendo agli studenti di ricreare trame narrative incalzanti e quanto più possibile coinvolgenti. Uscendo da questo terzo e ultimo giorno di laboratorio ho pensato a quanto la storia diventa bella e affascinante non solo quando qualcuno ce la racconta, ma quando siamo noi a metterci a studiare per raccontarla agli altri!