La futura classe è già in classe (al lavoro)

Caro Mastru,
rieccomi dopo un po’ di tempo passato a osservare e studiare. Sai che torno da te solo quando ho qualcosa di importante da raccontarti. Oggi ti voglio parlare di una suggestione riguardo le classi dirigenti di questo paese, non tanto di quelle di ieri, ma quelle di oggi e di domani.
Grazie al lavoro che faccio quotidianamente mi confronto con ragazze e ragazzi che hanno intrapreso (o stanno per farlo) percorsi imprenditoriali, oppure si sono innestati su percorsi preesistenti. La loro testa è immersa nelle idee, nei processi, nella costruzione o ricostruzione di modelli di business che possano stare piedi. Confesso che mentre li ascolto non posso far altro che pensare a come quello che stanno creando possa essere un’opportunità non soltanto per loro stessi ma anche per il territorio nel quale vivono.

Nella foto di copertina di questo post vedi due ragazzi, Erica e Luca, lei artigiana del tessuto, lui artigiano della pelle, lei confeziona vestiti, lui sandali, scarpe e accessori in pelle. Lei a conclusione del suo percorso di formazione professionale ha deciso di realizzare una piccola collezione con suoi vestiti abbinati a sandali disegnati e sviluppati da Luca. Nel docuclip che puoi guardare qui di seguito ho raccontato questa “combo”.

 

Storicamente, cosa sono le classi dirigenti? Sono le classi sociali che dominano e orientano le strutture politiche, economiche, sociali e culturali di una nazione.

Ora, la mia riflessione è questa. Le attuali classi dirigenti di questo paese cosa penserebbero di questi due ragazzi? Che sono ragazzi da sostenere? Che sono ragazzi che con le loro azioni, svolte tra l’altro in territori nei quali spesso i servizi alle imprese sono distanti e mal gestiti, stanno creandosi un’opportunità?
Il punto, mio caro, è che le classi dirigenti di questo paese fanno fatica “a osservare e analizzare” il percorso di Luca ed Erica e fanno ancora più fatica a percepirli proprio come nuovi pezzi di classe dirigente. Perché si, dovremmo iniziare a creare momenti e poi processi, in cui persone come Luca ed Erica non rimangono solo “i ragazzi da aiutare nelle loro imprese”, ma inizino ad essere percepiti come ragazzi che “decidono la rotta” da prendere, i modelli da sperimentare, senza subire progettazioni pubbliche stilate da persone che non hanno mai provato a rendere sostenibile un’idea, da classi dirigenti che non hanno mai provato a passare una giornata insieme a professionisti e artigiani come Luca ed Erica. I tanti Luca ed Erica di questo paese dovranno diventare classe dirigente economica e culturale di questo paese. Prima capiremo questo, prima ne prenderanno consapevolezza loro stessi, prima saranno realizzabili processi di cambiamento reale.