

Caro Mastru,
ti ho mai parlato della “teoria dell’inciampo”? Credo che nei libri, fin da piccoli dovremmo inciamparci, dovremmo averli tra i piedi e tra le mani, magari senza leggerli tutti, magari per riprenderli quando è tempo.
La relazione con il libro è una relazione che coinvolge molti sensi, il libro non è solo un contenuto. Così come la libreria non è solo un magazzino di libri, ma un luogo nel quale i libri devono prendere vita, li devi incontrare per un primo faccia a faccia, ne devi parlare, devi annusarli per la prima volta.
Ecco che l’inciampo torna centrale. Perché sono ancora importanti le librerie di paese, di quartiere, di città, di campagna? Perché nelle librerie ci devi inciampare. Altrimenti che senso avrebbero in questo tempo?
Perché ha senso avere libri in casa ad esempio? Per leggerli subito? Non per forza, per inciamparvi con lo sguardo, con spigoli di giornate che non vanno come devono andare e trovano in una copertina dimenticata la goccia d’olio che rimette in moto gli ingranaggi.
Inciampare nei libri fa bene ad ogni età, quando c’è tutto da imparare e quando si crede di aver imparato tutto.
Ps: in foto, il piccolo Michele dopo essere inciampato!