Caro Mastru, eccomi con il racconto di una bella esperienza che ho vissuto negli ultimi tempi, un racconto che va dritto nella collezione delle pratiche che ricreano questo paese, o almeno ci provano. Quando mi viene proposto di entrare nelle scuole per portare un po’ di quello che pratico e imparo tutti i giorni nel mio lavoro in bottega ne sono sempre felice. Questa volta, il tema, anzi i temi che mi sono stati proposti erano particolarmente stimolanti. In verità, la brava Maria Rosaria Nese qualche anno fa mi aveva già parlato di questa sua suggestione poi divenuta idea progettuale sviluppata con un bel po’ di partner di cui dopo ti darò notizia. Si tratta di un mix di percorsi di formazione per gli Istituti Scolastici centrati sull’intreccio tra competenze digitali e competenze emozionali. Gestire le emozioni, acquisire e sviluppare capacità empatiche, di comunicazione, creatività e relazione interpersonale, lettura e racconto del proprio territorio e ideazione di contenuti per comunicare le proprie emozioni e il proprio punto di vista sul mondo.
Ho subito accettato la sfida perché credo che le sole competenze tecniche non rendono il digitale veramente un’opportunità. La straordinaria epoca di cambiamenti che stiamo vivendo ha bisogno di skills sempre più trasversali, ha bisogno di competenze che permettano ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze di codificare e decodificare il mondo che li circonda mettendo insieme poesia e technè, disegno e conoscenza scientifica, conoscenza dei luoghi e conoscenza degli sguardi. Dobbiamo orientarci innanzitutto partendo da ciò che abbiamo dentro, per farlo, dobbiamo allenare le nostre emozioni a cavalcare e surfare le onde di questo tempo.
Come puoi immaginare, quando mi è stato proposto di curare questo percorso come docente, in un primo momento sono stato lusingato – in fondo – mi sono detto – è proprio quello che provo a fare tutti i giorni con le mie storie di bottega, solo che con le persone adulte, le aziende e le organizzazioni con le quali collaboro. – Attivare processi che mettano al centro le emozioni e le relazioni tra le persone, le loro visioni, i loro valori, i loro luoghi, i loro strumenti di lavoro, tutto questo utilizzando strumenti digitali e giocando una continua partita tra atomi e bit.
Dopo un primo momento in cui ho calibrato il tiro rispetto al progetto, mi sono messo al lavoro. Evito di farti la cronaca di quello che è successo, ti lascio qualche foto che ho realizzato durante i laboratori e degli appunti di lavoro che ho “registrato” durante le attività. Li condivido con gioia e orgoglio dopo aver vissuto settimane stupende insieme a ragazze e ragazzi di terza, quarta e quinta elementare.
Se ti dico Competenze digitali e Cyberbullismo cosa mi dici? Io ti rispondo che nel nostro caso abbiamo pensato di focalizzarci innanzitutto sull’importanza della propria identità online, cosa vuol dire, come si manifesta, come si protegge, da quali dati è composta e quale valore ha per noi e per le persone a noi vicine. A questo è seguito un percorso sulle caratteristiche degli strumenti che utilizziamo per rappresentare online quello che siamo, come ci esprimiamo e quali sono i linguaggi che maggiormente utilizziamo. Un po’ per deformazione e un po’ perché il macro tema me lo ha permesso, durante tutto il percorso di formazione, ho sempre fatto leva su due aspetti portanti: la lettura del proprio territorio (inteso come territorio di provenienza degli alunni) e la narrazione attraverso il proprio punto di vista e i propri linguaggi espressivi (digitali e non).
Nei percorsi che abbiamo realizzato partendo dal tema delle community open source che popolano la rete, abbiamo lavorato sul concetto di scambio delle competenze tra persone che condividono visioni e valori pur vivendo in paesi diversi, appartenendo a culture e società diverse tra loro. Affrontando il tema della fabbricazione digitale abbiamo analizzato alcuni progetti che nel mondo coniugano la tecnologia e la creatività per realizzare progetti di innovazione sociale. Abbiamo lavorato a processi di ideazione, nei quali, gli alunni, in piccoli gruppi, hanno sviluppato processi di ideazione, prototipazione e sviluppo, partendo da carta e penna ed arrivando a disegnare e modellare in 3D su tablet. Nello specifico con uno dei gruppi della scuola di Centola, ad esempio, abbiamo ridisegnato una vecchia moneta della propria città utilizzando Thinkercad e poi l’abbiamo incisa con lasercut su legno. Il lavoro è stato reso agevole anche da un set di tablet che ci è stato fornito dalla Cooperativa Sociale Yobel, dal supporto tecnico delle attrezature digitali fornite dalla Fondazione Alario e dal prezioso lavoro di tutte le insegnanti che nei vari plessi hanno avuto il ruolo di tutor, ammetto che senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile.
Un altro aspetto importante di tutti i percorsi realizzati è stato il ruolo centrale delle storie. Ogni percorso, ogni lezione/laboratorio era sempre centrata e orientata sulla costruzione di storie, processi di narrazione, dichiarati, palesi o meno, poco importava, l’importante era l’approccio, come quando ad esempio, grazie all’utilizzo dell’app Scratch, abbiamo realizzato sia con i ragazzi di terza che con quelli di quinta, delle storie animate con dei personaggi inventati dai ragazzi, per il racconto di un luogo del proprio territorio al quale essi si sentivano particolarmente legati.
I laboratori (di sviluppo competenze) sono una delle azioni del progetto “E-SKILLS Educare alle Emozioni”, finanziato dalla Regione Campania (FSE 2014-2020) nell’ambito dell’avviso ‘Scuola di Comunità’. Partner del progetto sono la cooperativa sociale Yobel (capofila), la Fondazione Alario, gli IC di Centola e Futani, gli IIS Da Vinci di Vallo della Lucania e Ancel Keys di Castelnuovo Cilento.
Le emozioni sono competenze da sviluppare, da allenare, sono talenti che abbiamo a nostra disposizione, ma non basta averli soltanto, bisogna tenerli in tensione, farli funzionare e metterli in circolo. Inoltre, da qualche mese in Italia è legge l’inserimento delle competenze emozionali nel curriculum. Oggi le nostre competente digitali possono realmente fare la differenza grazie alle nostre competenze emozionali? Quello che penso è che spesso da sole le competenze digitali possono produrre derive molto pericolose, ma se messe insieme a quelle emozionali possono produrre opportunità, possono produrre quel ricrea che in queste pagine tanto ci piace raccontare.