Camminare dalla cima del monte Cervati a Capo Palinuro guidati da due Primule. La Primula Palinuri e la Primula Auricula. Tra le due primule mille storie di uomini e di donne che vivono queste terre, biodiversità, sfumature di una ruralità che dalla montagna porta al mare e viceversa.
La ruralità dei pastori, dei contadini e dei pescatori. Quattro giorni di cammino che raccontano secoli. Riccardo e Luigi mi hanno coinvolto nel racconto di questa storia. Sono due giovani “padroni dell’aria” loro, così mi sono lasciato coinvolgere dalla travolgente potenza di questa idea. Un cammino ricco e denso di relazione tra uomo e natura, tra uomo e aria, tra uomo e cibo e tra uomo e simboli. Ad accompagnarci, oltre a Riccardo e Luigi, ideatori del Cammino, anche il Prof. Nicola Di Novella, botanico, ma innanzitutto anche lui un “padrone dell’aria”. In questo documentario il suo racconto ci permette di impastare le essenze della nostra terra, le essenze del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.
Antonio, Maria e Vincenzo sono narratori e portatori di storie millenarie, sono il patrimonio che dobbiamo saper coltivare. Il Cammino delle Due Primule, per questo, è innanzitutto pratica di vita. Non possiamo pensare al futuro di questo terra senza coglierne la sua ricchezza e la sua complessità.
L’occhio sulla Primula è un occhio alla ricerca del bello, ma anche un occhio che si preoccupa del sostenibile, si preoccupa dell’equilibrio al quale apparteniamo che non dobbiamo prevaricare e di cui dobbiamo sapientemente godere, con rispetto e visione per le generazioni che seguiranno.
La ricerca sulle tracce della nostra identità cilentana. Perchè come dicono Riccardo e Luigi nel video “Noi cilentani siamo un po’ come le due primule, abbiamo un’origine comune, dei tratti comuni ma poi ci differenziamo da comunità a comunità” esprimendo anche antropologicamente tutta la ricchezza che appartiene a queste terre.
Le immagini che abbiamo raccolto in questo anno di lavoro fanno un giro intorno al sole ed intorno al ciclo rurale al quale apparteniamo. La produzione di questo documentario l’abbiamo vissuta un po’ così, come un viaggio alla scoperta di noi stessi, l’essenza, la bellezza e la straordinaria complessità di questo territorio.