La creatività e la narrazione sono fattori produttivi?

Caro Mastru,
torno da te per condividere un contenuto che in qualche modo riguarda il lavoro che da qualche anno portiamo avanti nella nostra bottega.

Il contesto è quello del Festival del Lavoro nelle Aree Interne, promosso da Civiltà Appennino, Rubbettino Editore e RESpro e altri. Una tre giorni in cui a Soveria Mannelli sono andate in scena ricerche, discussioni e prospettive su temi che riguardano le produzioni, i paesaggi, le comunità, i processi culturali e creativi e i protagonisti del nostro Appennino (e non solo).

Al minuto 48 del video che trovi qui sotto, incastonata in questa bella sessione pomeridiana del giorno 13 di giugno, tra le altre, ti invito ad ascoltare la relazione della brava Maura Ciociano. Le considerazioni che emergono da queste relazioni e da queste esperienze sono tante. A me, il lavoro di Maura fa pensare soprattutto alla creatività e alla produzione culturale come asset produttivi che non possono essere più offuscati da una mentalità ottusamente materialistica.

Le comunità e le organizzazioni produttive, nel loro percorso di vita, dovrebbero allestire sempre più momenti che favoriscono la produzione, l’analisi e la condivisione dei loro prodotti creativi e culturali. La sfida è quella di far entrare nei modelli di business delle aziende e degli enti tutto questo. Il racconto, la memoria, le elaborazioni artistiche e creative, i prodotti editoriali, come vengono considerati all’interno delle aziende ed entri che producono valore, reddito e sostenibilità economica, ogni giorno, in questo nostro appennino?

La creatività e la cultura sono opportunità economiche? Sono fattori produttivi? Come si misura tutto questo nella vita di un’organizzazione? E come una comunità che oggi si vede priva delle forze vitali può fare della propria cultura un perno al quale appoggiarsi per muovere i prossimi, solidi, passi? La creatività nel narrare storie, non solo passate, ma viventi, nelle quali gli uomini e le donne si trovano e ritrovano, nelle quali si custodisce valore e nelle quali i valori di una storia si connettono con i valori di un’ultra, magari non lontana, generando opportunità esponenziali.

Storie e Narrazioni, non fine a se stesse. Inserite in modelli che possano utilizzare le storie non solo come oggetto da esibire, ma come strumento produttivo del senso, nel segno della ricorsività grammaticale che appartiene alla nostra capacità generativa di parlanti e di narranti.

E tu cosa ne pensi? La creatività e la narrazione sono fattori produttivi?

  • Riccardo |

    Creatività e narrazione non solo sono fattori produttivi ma sono i fattori produttivi per eccellenza. Nelle nostre economie avanzate e sempre più immateriali grazie alla disgiunzione della conoscenza dai propri supporti materiali, la conoscenza personale stessa, costituita da capacità di creare senso e dalla creatività, diventa (ma lo è sempre stata) il motore principale per la creazione del valore. Da sempre usufruiamo di prodotti e servizi che l’economia classica e neoclassica ha inquadrato come frutti di un’economia materiale (quella del laboratorio o della fabbrica), ma la realtà è che essi nascono dalla conoscenza generativa delle persone.

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