Mario il barbiere e Michele il presidente
Mario tutte le mattine apre la sua bottega. Si infila il suo camice e accende il suo stereo. La musica inizia a diffondersi nella piccola bottega del barbiere e i primi clienti iniziano a fargli visita, per radersi, o come ama dire Mario, per stare meglio, con se stessi e con il mondo.
Michele è a casa e sta per uscire, i suoi occhi non funzionano più molto bene ma lui non può non andare in piazza. “Che faccio a casa? Esco, non tanto per vedere ma per sentire qualcuno di diverso dai miei familiari”
Nella bottega di Mario la musica è quasi importante quanto le forbici. I suoi clienti lo sanno e ne godono. “Da Mario ci vieni anche per rilassarti mezz’ora” mi disse una volta un ragazzo seduto con me sulla panca di legno dea Barberia.
Sono le 10,15 quando la sagoma di Michele compare davanti la porta della bottega di Mario.
“Buongiorno a tutti” dice Michele senza guardare nessuno in faccia
“Buongiorno Presidè” dice Mario
Michele è presidente dai tempi della sua presidenza all’associazione musicale del paese. Alcuni dei ragazzi che ci sono passati e che hanno suonato nella banda non hanno mai perso l’abitudine di chiamarlo così.
“Prego accomodatevi” dice Mario cambiando il disco nello stereo
Gli occhi di Michele ormai non funzionano tanto bene e quasi tutte le mattine passa un po’ di tempo in barberia, tra la musica e le chiacchiere. È uno dei pochi posti in cui ama stare, è uno dei pochi posti, forse, in cui le orecchie sono più importanti degli occhi.
#Mastru, ti lascio questa storia perché credo che rappresenti un po’ il senso delle botteghe nelle piccole comunità. Come dici? Sono romantico? Oggi mi sento un po’ romantico si e penso anche che abbiamo sempre più bisogno di Padroni dell’Aria in questo mondo.