L’Aquila e il Cacciatore [VIDEO]

Caro Mastru, racconto storie per raccontare perché mi piace osservare ed imparare dalla relazione che le donne e gli uomini hanno con il mondo.
Lo stimolo per raccontare è un documentario che ho avuto la fortuna di realizzare. Racconta dell’aquila reale, della sua presenza sul Monte Cervati e della sua relazione con la comunità di Piaggine. Ci ha ispirato un aneddoto popolare e vivo nella memoria di questa comunità. Nell’inverno del 1971 questa piccola comunità di montagna fu coinvolta in un ritrovamento molto suggestivo, unico nel suo genere. Un esemplare di aquila reale venne ritrovato vivo in una trappola per lupi da tre uomini. Questi, portarono l’animale in paese, resero partecipi le autorità e l’intera comunità. Giggina, così venne battezzata, fu subito curata e nutrita, e accolta in una stanza del comune.

Nei circa due mesi di permanenza, tutti potevano farle visita. Piaggine visse un momento di popolarità senza precedenti. Lettere e telefonate da ogni parte d’italia, studenti, che da Udine a Roma scrivevano ai colleghi piagginesi per chiedere quale fosse lo stato di salute di Giggina. I giornali si occuparono del caso e qualcuno manifestò anche l’interesse ad acquistare l’animale. L’amministrazione comunale dell’epoca, dopo giorni di discussione, decise di non vendere l’aquila ma di liberarla. Questa scelta di rispetto e di libertà per l’animale, ma forse anche per tutta la montagna è scritta con il sorriso nell’aria di piaggine.

Stimolato di Riccardo D’Arco, ho iniziato questo percorso con la raccolta delle testimonianze degli abitanti di piaggine che avessero avuto un qualche rapporto con questa storia.

La figlia del medico che curò l’aquila, mi ha detto, che per lei la liberazione di Giggina ha rappresentato un insegnamento che le è valso per tutta la sua vita. “Ho imparato che siamo qui per rispettare quello che abbiamo la fortuna di avere intorno.” Pietro un giovane appassionato di fotografia mi ha raccontato che lui non ha mai creduto che nei dintorni di piaggine ci fosse l’aquila fino a quando un giorno non le ha scattato una bellissima fotografia.

 

Abbiamo osservato la coppia di aquile reali che oggi vivono sul monte Cervati accompagnati da Mario Kalby. Con lui ci siamo appostati, abbiamo aspettato, abbiamo ascoltato il grido dell’aquila e l’abbiamo osservata mentre volava sulle nostre teste. I cerchi che l’aquila disegna nell’aria sono inconfondibili. “Non puoi sbagliarti, solo lei vola così” mi disse il signor Antonio davanti al bar Vairo nella piazza di Piaggine.

Abbiamo basato il nostro lavoro di ricerca su diversi elementi storici. Innanzitutto i video dell’epoca che si possono trovare in rete e che riproducono i giorni del ritrovamento e della liberazione di Giggina. Le fotografie dell’epoca che ci hanno aiutato a collegare le persone ai fatti, ci hanno aiutato. Le lettere delle scolaresche che da tutta italia scrivevano ai loro colleghi di Piaggine per chiedere informazioni sull’aquila.

Raccontare il rapporto tra la comunità e l’aquila. Sulla base dei ricordi delle persone, raccontare, quanto, a distanza di tempo, il gesto di lasciare libera Giggina sia vivo e significativo nelle menti e nei cuori degli abitanti di questa comunità.