Occhi e filo azzurro mare [Video]

Mastru,

per una di quelle coincidenze che spesso attribuiamo al destino, sono cresciuto a contatto con la produzione delle calzature e ogni volta mi ritrovavo tra ritagli di pelle e di tessuto, con colori diversi, con colori normali ma anche curiosi.

La mia gioia, spesso, consisteva nello scoprirne di nuovi e andare in giro con un pezzo di pelle in mano e chiedere a tutti quelli che incontravo se ne sapessero qualcosa del “testa di moro” o di quel particolare “grigio perla”. Adoravo quel carattere dato al colore, quella ricerca di unicità. Con il passare degli anni ne ho scoperti di ancora più stravaganti, dal Blue Bovary al Beige Coloniale. Non semplici colori, ma carte di identità. Ho scoperto poi che prima della chimica il colore è stato innanzitutto una materia preziosa.

Per più di trentacinque millenni i colori sono stati ricavati dai tre regni della natura: da quello minerale si estraevano terra, carbone e pietra da macinare; da quello animale, molluschi e insetti da spremere; da quello vegetale tutte le piante i cui succhi rivelavano poteri tintorei.

Il fatto che un determinato colore si potesse trovare solo in alcuni luoghi, ha sempre affascinato l’uomo e la sua abilità nel trovare un nome per ogni cosa.

Ho conosciuto Stefania per mano dei colori naturali e naturalmente abbiamo pensato di intrecciare le nostre esperienze e di tirar fuori qualcosa insieme. Abbiamo chiacchierato a lungo e mentre lei intrecciava i suoi fili azzurro mare io la guardavo negli occhi azzurri e ne registravo i movimenti e le parole.

 

Nella Bottega di Stefania. Gli Orditi Digitali

Stefania è informatica prima. Tessitrice dopo, informatica e tessitrice oggi. Questo, lo ammetto, ha determinato molto il mio lavoro di “ricerca” nella sua bottega. Il suo transitare dal mondo dei bit a quello dei filati di atomi colorati con fibre naturali mi ha rapito. La sua voglia di connessione la sua voglia di essere parte di una rete più grande e che crea più valore di quello che può creare la somma delle singole parti, non tradisce la sua formazione, la sua storia.

Mostrandomi il suo telaio in legno, anzi i suoi telai in legno perché ne ha più di uno, ha tirato fuori un telaietto stampato in 3D. Mi ha raccontato che lo utilizza a scopo dimostrativo, nei suoi laboratori. Mi ha raccontato di quanto è importante “fare un continuo avanti e indietro tra quello che è molto nuovo e quello che è molto vecchio”.

Con le sue trame realizza dei sandali. Prima di dedicarti alla scoperta di quello che produce, come sempre, ti invito a riflettere sul perché. Il video che ho realizzato con lei nasce per questo. Indagare il perché.

Senza perché, nessun valore dura nel tempo; senza perché, i luoghi e le persone subiscono i mercati e il tempo in cui vivono. Con un perché forte, i luoghi e le persone creano i mercati, creano valore e contribuiscono alla creazione di un futuro migliore.