Caro Mastru,
nell’ultimo anno qui in bottega sono successe tante cose, ma molte delle più belle ed interessanti sono state generate all’interno di un percorso nato un po’ per gioco ed un po’ per caso chiamato “Piccola Scuola”.
Pensa che Scritte.blog è nato proprio durante un esperimento di narrazione nel gennaio del 2021
Tutto è iniziato nell’agosto del duemilaventi con un gruppo chiuso su Facebook nato per aggregare un po’ di persone che avessero a cuore la creazione di uno spazio, allargato rispetto alla bottega dalla quale ti scrivo in questo momento, nel quale sperimentare forme di racconto sulla base di piccoli esperimenti, dedicando del tempo anche alla ricerca di temi non proprio usuali nel lavoro di tutti i giorni.
Dopo il primo anno di attività ed un po’ di esperimenti realizzati, ho chiesto a Vincenzo Moretti, già parte integrante della Piccola Scuola, se gli andava di occuparsi della parte di didattica della Scuola. Lui per mia fortuna è un ragazzo nato nel 1955 e non ci ha pensato due volte a dirmi di si portando dentro tutto il senso e l’esperienza del percorso che porta avanti da anni con il nome di #Lavorobenfatto.
Si è messo subito al lavoro producendo una bozza di programma di esperimenti di formazione, dopo qualche piccola discussione levigante è diventata l’offerta di questo primo anno di narrazione 2021-22. Un percorso di esperimenti dedicati tutti al macro tema dell’Identità.
Mio caro, lo ammetto, questa cosa si chiama Piccola Scuola, ma io ho un grande sogno, mi piacerebbe che questa scuola diventasse una fucina di artigiani del racconto.
Dal paper che racconta la proposta per il primo anno estraggo:
Pensiamo che ciascuna persona, idea, organizzazione, progetto sia il frutto di un processo creativo, narrativo e ricreativo, per questo ogni nostra creazione non è ferma al momento della sua genesi, ma attraversa continui stadi evolutivi fino a quando viene raccontata, presentata, condivisa, realizzata. Attraverso la narrazione, ripensiamo il progetto e il processo creativo cambiando prospettiva, aggiungendo punti di vista e informazioni, dunque ricreandolo.
Nella nostra impostazione il racconto, in tutte le sue forme e sfaccettature, non è un fine ma un mezzo per continuare a immaginare, a disegnare, a riattivare i processi e i percorsi nei quali siamo impegnati ogni giorno.
Per quest’anno abbiamo pensato di attivare una sola classe di dieci partecipanti e di rivolgere le attività della Piccola Scuola ad Organizzazioni e Persone che creano valore nel mondo dell’impresa, dell’informazione, della narrazione, del design, e tutti coloro che occupandosi del proprio lavoro hanno voglia di ampliare le proprie possibilità di racconto. Oltre a me e Vincenzo, nel board della scuola ci sarà Nicola Chiacchio con il ruolo di tutor didattico.
Io questo percorso lo vedo come un percorso un po’ di potenziamento ed un po’ di ricerca. Chi già si occupa di processi di comunicazione, oppure crea contenuti, con un percorso fatto di esperimenti come quello che stiamo mettendo su, può pensare di potenziare le competenze ideative e di sviluppo di contenuti utilizzando molteplici linguaggi, mettendoli in relazione con il senso del proprio lavoro e della propria organizzazione. Di ricerca, perché sperimentando si scava, si trovano formati e modalità mai indagate prima, si esce dalla zona confortevole della comunicazione più o meno convenzionale e si entra in un’approccio più orientato al racconto, delle idee, delle persone, dei progetti e dei luoghi.
La Piccola Scuola è una Bottega, nel senso più vero della parola. Una bottega dove si sperimenta e si impara, dove si produce e si scoprono nuove strade per arrivare dove i nostri occhi guardano e dove il nostro cuore desidera.
Tutte le informazioni utili che non sono scritte in questo post possono essere recuperate a questo link: http://www.jepis.it/piccola-scuola-jepis-bottega/