INDICE DEGLI EPISODI
Plastilina | Modello | Gesso | Marmo | Schegge | Scalpello | Finitura
Caro Mastru, cosa ti viene in mente se ti dico scultura? Se ti dico scultura in marmo?
A me vengono in mente i grandi scultori del passato, la loro capacità di creare opere immortali, che superano la prova del tempo. Poi penso alla materia prima della scultura per eccellenza, il marmo, nello specifico un marmo che ci invidiano in tutto il mondo, quello di Carrara. Con questo post (in progress) ti racconterò una scultura, o meglio come nasce una scultura oggi, proprio dal marmo di Carrara e dalle mani di uno scultore contemporaneo.
Ti do il benvenuto nella bottega di Emanuele Stifano, scultore. Quando Emanuele mi ha proposto di documentare questo suo percorso creativo, la prima domanda che gli ho posto è stata relativa al tempo “si ok, ma quanto durerà la produzione di questa tua scultura?” E lui “potrebbero volerci mesi, non è una cosa che si fa in una o due settimane”.
Sfida accettata, ed eccoci qua, come ti anticipavo, lo seguiremo, e in questo post ne racconteremo, con le parole, i suoni e le immagini, il processo creativo, l’approccio, gli arnesi che utilizzerà, le schegge che produrrà, la polvere, i chiaro scuri e tutto quello che ancora nemmeno immagino mentre ti scrivo, ma che scopriremo strada facendo.
Plastilina – primo episodio
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Ogni episodio di questa speciale serie delle mie Storie di Bottega avrà un suo titolo, ed all fine, man mano che andremo avanti comporremo una piccola mappa di senso che ci orienterà sia nella “lettura” di questa opera di Emanuele che nella comprensione del suo lavoro di scultore. Oggi, in questo tempo e per il tempo infinito.
Come lui stesso anticipa nel video che stai per vedere, questa opera appartiene ad un trittico, il cui primo esemplare è stato già realizzato, ti invito a dargli un’occhiata nella pagina Instagram di Emanuele. Nel corso del nostro racconto entreremo anche nel significato simbolico e immateriale della creazione, ma questo verrà con calma, piano piano, colpo dopo colpo, per ora siamo alla creazione del calco, in plastilina, appunto, ed è proprio da questo materiale che prende il titolo questo primo episodio. Buona visione
Modello – secondo episodio
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Seguire Emanuele in questo percorso è un po’ come mettersi in un angolo della sua bottega, appostati, pronti ad attendere che lui sia pronto per un nuovo “passaggio”, una nuova tappa del racconto. Funziona così, quando lui sente che è il momento di aggiornare il nostro racconto mi fa un cenno e io faccio del mio meglio per accendere il rec nel modo giusto. Credimi, non è per niente semplice, Emanuele ha una sensibilità straordinaria ma non è un gran chiacchierone. Le sue sono parole pesate e posate, calibrate sul senso e sul processo, sul suo rapporto con la materia e su come le sue idee passano attraverso le sue mani per tornare nei suo occhi e diventare stimoli per i passaggi successivi. Il percorso che ci sta facendo vivere è un percorso lento in cui la bellezza è nei gesti, nelle sue poche parole, nella materia che si modella, ma anche nell’immaginazione di chi guarda. Questo secondo episodio mi ha permesso di entrare meglio in contatto con le forme che Emanuele ha nella testa, il macro che ho scelto di utilizzare mi è servito per rompere quella membrana di imbarazzo del primo video, adesso ci siamo, siamo in bottega con Emanuele a tutti gli effetti, e rimaniamo li, nell’angolo, pronti ad un suo nuovo cenno, pronti a vedere cosa succederà nel prossimo episodio.
Gesso – terzo episodio
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Il viaggio del nostro scultore continua. Siamo solo al gesso, ma siamo già eccitati per quello che stiamo vedendo. La scultura di Emanuele ancora non è iniziata eppure già si fa vedere, si fa toccare, accarezzare, levigare. Il martello inizia a battere, in questo percorso è la prima volta che lo sento. Fino a questo momento, come dice anche Emanuele è stato “un continuo distruggere e ricostruire, rinascere…”
Il bianco del gesso non è il bianco del marmo di carrara, ma ci anticipa già la suggestione che proveremo di qui a qualche settimana. Sono schegge di gesso quelle che vedo saltare qua e la, le seguo con la mia ottica, ne dilato i balzi, mi piace vederle partire, volare, frantumarsi. Il bambino immaginato da Emanuele c’è già sotto lo strato di gesso,
Questo modello in gesso gli servirà per prendere tutte le misure per poter scolpire sul marmo.
Un processo di trasformazione nel quale il modello in plastilina è stato sacrificato per realizzare la forma in gesso, su di essa Emanuele ha spennellato il gesso, successivamente poi, ha distrutto il gesso superfluo per tirare fuori il modello. Alla fine di questo episodio Emanuele ci porta già verso il marmo, aggiungendo che sarà poi lì che andrà a trovare i dettagli, sarà lì che “l’ultimo millimetro di marmo farà la differenza”.
Marmo – quarto episodio
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Dopo il modello in plastilina ed il calco in gesso, finalmente Emanuele è arrivato al marmo. Marmo di Carrara. Si perché la sua idea è nata per il marmo e nel marmo vivrà, quello che abbiamo visto fino a questo momento è un esercizio, un percorso, un processo creativo e pratico. Prima di mettere mano alla sua scultura deve dividere in due grandi pezzi il blocco di marmo che gli è stato portato da Carrara.
In questo quarto episodio ho avuto il privilegio di assistere alla “rottura”, di questo grande blocco di marmo. Il nostro scultore per prima cosa ha effettuato dei fori nel mamo e poi con delle zeppe di ferro ha creato la pressione necessaria per spezzarlo.
Il candore del marmo di Carrara è abbagliante, trasmette purezza, una purezza che nelle mani di chi scolpisce diventa purezza da donare all’eternità. Da ora in poi questo candore ci accompagnerà. I colpi del martello di Emanuele sono la musica che ho scelto per questo episodio (si ok c’è anche una musica rock sullo sfondo, ma è secondaria e l’ho inserita perché mi piaceva farla intonare con i colpi di Emanuele).
Mio caro, eccoci qui, ieri sera, mentre giravo un nuovo piccolo episodio della miniserie nella bottega di Emanuele Stifano ho fatto un po’ di riflessioni che adesso ho voglia di raccontarti. Sono andato con in testa una sola idea di ripresa, set di luci, illuminazione artificiale sul blocco di marmo mentre Emanuele lo lavorava. Tutto ok, fin quando mi sono ritrovato nel bel mezzo di una strepitosa golden hour.
E allora cosa ho fatto? Ho aspettato che il sole andasse via, forse è la prima volta che non mi sono lasciato sedurre da quella luce, o meglio, non è che non l’ho proprio sfruttata, qualcosina l’ho fatta, ma poco, che quasi sicuramente andrà scartata nel montaggio Lo ammetto, mi sono sentito così in colpa che adesso mi ritrovo qui a scrivetelo. Perché si, quella luce, quella lì del sole, in quel preciso momento, per quanto possa sembrare un fatto che si ripete sempre, in verità, non si ripete mai allo stesso modo, almeno non nella mia testa, nel mio occhio. Non andrebbe “sprecata”, infatti mi sono messo lì, insieme ad Emanuele Stifano, con la camera spenta, a ricaricare le batterie di bellezza, ed una volta arrivato il buio ci siamo rimessi al lavoro
Schegge – quinto episodio
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Questo episodio avrebbe anche potuto intitolarsi “polvere di marmo”, sono stato indeciso fino all’ultimo fotogramma montato. Alla fine ho scelto “schegge” perchè mentre le riprese, mi sono chinato a terra ed ho raccolto una scheggia, era bellissima, lo è ancora in realtà perchè ho chiesto ad Emanuele di portarla con me in Bottega e conservarla. Quella scheggia è un pezzo dell’opera secondo me. Fa parte della sua materia originaria, della sua forma primordiale, del suo percoso. Le schegge che restano a terra durante una scultura, sono un po’ come tutte quelle cose che scartiamo mentre viviamo, una volta tolte ci liberiamo del loro peso, ma la loro assenza è lo strato di leggerezza che rende unica la nostra scultura. Mi piace pensare che nel caso di Emanuele e della sua opera stia succedendo un po’ lo stesso. Le schegge che sta lasciando lungo cammino sono pezzi che andando via danno un senso a quello che la sua mano sta facendo emergere dal bianco del marmo di carrara.
Scalpello – sesto episodio
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La ricerca delle forme, il modo in cui gli occhi già vedono quello che non c’è, ma che c’è. Tirare fuori, estrarre.
Nei giorni scorsi abbiamo girato il sesto episodio della serie dedicata ad Emanuele Stifano
Tra le cose che ci insegna questo affascinante percorso, c’è di sicuro, la forza inesorabile dell’immaginazione che incontrandosi con la materia, con gli atomi, diventa immagine, diventa qualcosa che grazie alla luce produce anche ombre, che forse, in qualche modo, la faranno brillare di luce propria.
Finitura – settimo episodio
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Siamo arrivati alla fine, questo è l’ultimo degli episodi di questa mini serie. In quest’ultima parte del lavoro Emanuele ha reso il marmo lucente, come dice lui, “gli ha dato maggiore valore”, lo ha reso ancora più nobile. A ma ricorda molto le opere classiche, le sculture in marmo che ammiriamo sui libri di storia dell’arte o nei musei più famosi che conservano le opere greche e romane scolpite in Marmo bianco. In questo episodio c’è anche l’applicazione di un dettaglio. Carla, compagna di Emanuele e mosaicista, ha applicato una tessera d’oro sull’ombelico del bambino rappresentato. Una sorta di “firma” che impreziosisce e restituisce un luccichio diverso agli occhi di chi ammira l’opera di Emanuele.