Caro Mastru, sarei tentato di scrivere che sono affascinato dalle culture orientali, ma pensandoci bene credo che le culture orientali più che affascinarmi mi stanno dando la possibilità di aprire nuovi orizzonti, di orientarmi. Non è un caso se orientarsi deriva da oriente. Ci sono culture che ad un certo punto della loro esistenza straripano, escono fuori dagli argini del loro mondo contaminando altri mondi. Tra queste ce ne sono alcune che contaminando le altre cercano di imporsi e di far prevalere le proprie ragioni spingendo nell’angolo le diversità. Poi, ce ne sono altre che arrivano a piedi scalzi, quasi non le senti, si mettono in un angolo, e con poche e bilanciate parole cominciano a dialogare mantenendo la propria identità e cedendo solo quello che gli altri desiderano prendere. Ecco, credo che a questa seconda categoria appartenga il Karate.
Scrivo queste righe per introdurti all’ascolto di una serie di brevi podcast che ho realizzato con un giovane maestro di Karate di nome Giuseppe Giardullo, con lui è nata una conoscenza che è andata via via affinandosi, ci siamo prima annusati, poi abbiamo iniziato piano piano a scambiarci qualcosa e oggi siamo arrivati a raccontare un pezzo del nostro lavoro insieme.
Da qualche mese, nel terreno delle nostre brevi conversazioni abbiamo gettato il seme di un piccolo documentario. L’idea era ed è quella di raccontare Giuseppe, giovane Maestro di arti marziali, che si inventa un lavoro partendo dalla sua grande passione per il karate in questo angolo di mondo chiamato Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e degli Alburni.
Il Covid ci ha rallentati nella realizzazione del documentario, così ho immaginato di costruire un prototipo del documentario, di realizzare prima un progetto di narrazione fatto in podcast. Facendo di necessità virtù ho scoperto che non è poi un’idea così scadente. Ho chiesto a Giuseppe di parlarmi dei temi a lui più cari, di farlo in una sequenza di messaggi vocali. Una corrispondenza composta da un mio messaggio che funge da stimolo e di una sua risposta che mi racconta una sfumatura della sua vita di Maestro di Karate.
I temi che sono emersi sono si importanti per chi pratica il karate o chi vuole capirci di più, ma sono utili anche per chi vuole solo ispirarsi, nel rapporto allievo-mastro ad esempio ho ritrovato molto della ricerca che da qualche anno portiamo avanti su questo tema; oppure, nel senso e nell’importanza dell’uniforme per chi pratica arti marziali, in un infinito dialogo di valore e di crescita tra forma e sostanza di cui oggi abbiamo, forse, tanto bisogno.
Ho trovato una filosofia di vita, ho trovato spunti e principi da poter declinare nel mio lavoro quotidiano, per poter alimentare il mio approccio artigiano.
Il risultato è questo podcast composto da 10 brevi episodi al quale abbiamo dato il titolo di “La via della mano vuota”.