Caro Mastru,
non ho scelto che mestiere fare e nemmeno lui ha scelto me. La mia piccola storia fin qui è andata avanti grazie alla testa dura che mi ritrovo e grazie alla fortuna. Soprattutto la fortuna di trovare buoni amici e compagni di avventura e di lavoro. Questo libro ne è la prova. Se non fosse stato per Vincenzo non sarebbe mai venuto al mondo, almeno non così bene.
Se chiudo gli occhi sento il ferro del tuo martello battere sull’incudine della tua forgia. Ho avuto la fortuna di passare gran parte della mia infanzia con te, nonna Teresa, nonno Peppo e pure un po’ nonna Maria. Questo ha contribuito a forgiare quello che sono.
Oggi è un giorno speciale ed avrei voluto averti qui, non per festeggiare, ma per sentirti dire che fatto un libro bisogna rimettersi al lavoro.
Il titolo che io e Vincenzo abbiamo dato a questo libro ti appartiene, appartiene a te e a tutti quelli che questo mondo ce lo hanno consegnato con dignità, con serietà e con il fuoco della forgia acceso, ma appartiene anche a tutti quelli che lo forgiano tutti i giorni questo mondo, per chi ci vive e per chi ci vivrà.
Forgiare parole è un po’ come una promessa. Non prendere parole belle e fatte e utilizzarle, ma adattarle, farle proprie, rendere idonee al proprio contesto, al proprio lavoro. Raccontando le storie delle persone ho imparato che le persone sono fatte anche delle parole che utilizzano, che imparano, che ripetono sempre, che usano quando lavorano, quando comunicano il loro amore, quando giocano, quando soffrono o quando sono perse di gioia.
Forgiare parole prima di forgiare musica, video, documentari, film, cortometraggi e tutto il resto. È la base, la materia prima da cui viene giù tutto. E le parole le forgiamo nella nostra testa, leggendo, dialogando, osservando, ascoltando, scrivendo. Nella nostra testa è come se ci fosse una piccola incudine sulla quale battiamo il nostro martello.
“Attento però” mi diresti, “attento a non far spegnere il fuoco per addolcire il ferro”.
Ecco vedi, il mio gioco quotidiano sta tutto lì, tenere il fuoco acceso, quello mio e pure un po’ quello di chi lavora con me, guarda i miei video, legge le cose che scrivo o ascolta la mia voce.
Questo libro è dedicato ai forgiatori di parole, a tutti quelli che ogni giorno forgiano il mondo.
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