La mia residenza a #NewYork in-Residence to Bacas – New York
INDICE DEGLI APPUNTI
Il vento dell’Atlantico e il coraggio; | to and from Ellis Island | I’m migrant | Un’artigiana libera, Monica Castiglioni | 1 Dicembre – World AIDS day | Ulisse | People like us |
23 Nov 2019
Caro Mastru, ti scrivo dal posto 22h del Boeing 777 di Alitalia che mi sta portando per la prima volta a New York. Questa pagina del mio racconto è legata alla mia terra più di quanto io stesso possa immaginare. Ho conosciuto Bacas e Pietro Costa lo scorso 25 Aprile, durante La Terra mi Tiene, mentre stavo girando “Pani Liberi”. Dopo i primi scambi di mail con Pietro si è creata subito quella splendida situazione in cui le idee iniziano a fiorire. Ho scoperto Bacas, il lavoro che sta portando avanti, il legame tra Usa e Italia che è parte del suo DNA e la sua vocazione per la bellezza e per la cultura condivisa.
Sei abituato a leggermi mentre ti scrivo dal tavolo della Bottega. Per qualche giorno la scena sarà diversa, ma i ferri da lavoro che ho portato con me sono gli stessi di sempre. Ho con me la mia SonyA7SII con una piccola selezione di ottiche che vanno da un 24mm ad un 85mm per spaziare tra i paesaggi metropolitani e i primissimi piani dei nostri protagonisti. Il titolo che ho dato a questo racconto potrebbe cambiare nel tempo ma al momento è quello più sensato: i miei sono degli appunti. Sono qui per creare delle cose, ma sarò qui soprattutto per imparare e mentre si impara è bene prendere appunti. Ospite di Bacas in una residenza che ha delle cose scritte in agenda, ma ha anche molti spazi bianchi ancora da scrivere, da disegnare, da filmare e da colorare.
Altri due ferri che ho tirato giù dagli scaffali della Bottega sono “Ecologia della Parola” di Massimo Angelini e “Lezioni Americane” di Italo Calvino. Ho idea di lasciarli nella libreria di Bacas, prima di ripartire per tornare a casa.
Racconteremo di Innovazioni sociali e culturali, persone che con il proprio piccolo e umile contributo, ogni giorno, contribuiscono a costruire un mondo migliore.
#NòvaYork sarà l’hashtag di questo viaggio e #CreaRaccontaRicrea #StoriediBottega sarà lo spirito che ci guiderà.
I temi, gli incontri, le conversazioni e le idee saranno raccontate con parole, immagini, suoni, un mix di linguaggi.
24 Nov 2019
Il vento dell’Atlantico e il coraggio
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Questo posto è uno dei posti nel mondo dove la diversità è la ricchezza, dove persone che vengono da diversi posti convivono da tempo.
Con Pietro, su questa barca, passando sotto al ponte di Verrazzano si sente il freddo dell’Oceano Atlantico. Chiudo gli occhi e penso per un attimo al tassista che appena sceso dall’aereo mi ha accolto per portarmi nella mia residenza. Con un inglese molto comprensibile mi ha detto: “Da dove vieni ragazzo?” “dall’Italia” gli ho risposto. Lui, guardandomi dritto negli occhi nello specchietto con un sorriso grande grande mi ha detto: “coraggio, qualsiasi cosa tu debba fare qui, devi avere coraggio perché questa è casa tua, se ha voglia di fare bene il tuo lavoro questa è casa tua. Sono qui da un sacco di tempo, vengo dalla Grecia e quando posso torno sempre a casa, anche se oggi casa mia è questa. Capito? Coraggio ragazzo”.
Il vento mi sbatte forte in faccia, è il vento freddo dell’Atlantico, a destra ho la Statua delle Libertà, in lontananza vedo il ponte di Verrazzano. Lo immagini caro mio quanti Italiani hanno sentito questo stesso vento in faccia arrivando in questa terra? #NòvaYork nei prossimi giorni mi racconterà un bel po’ di cose sul modo in cui uomini e donne diverse si sono incontrati ed hanno creato tutto questo. Forse mi racconterà anche qualcosa sul nostro Mediterraneo e forse anche qualcosa sul futuro.
Sono le 5:27 del mattino ed ho appena letto questi dati.
Il biglietto di sola andata è il dramma. Non andare a scoprire il mondo ma la convinzione di non tornare più perché non c’è nulla da fare.
C’è tanto da fare nelle nostre terre. Dobbiamo invertire la rotta del pensiero, invertire la rotta dei sogni. Sognare al contrario, sognare di poter creare reddito, di poter cambiare lo stato delle cose, sognare e realizzare.
Chi resta ha il dovere di tenere acceso il punto di contatto, di continuare a costruire spazi di discussione dove alimentare i sogni di chi è già andato e vorrebbe tornare, di chi è ancora qui ma sente solo il bisogno di andare.
Non dobbiamo dare risposte ma porre nuove domande:
– Come faccio a creare valore con le mie competenze, oggi, nel 2020 e come lo farò nel 2030?
– Cosa ci fa la mia terra nel mondo? che vocazione ha, che ruolo vuole giocare?
– Quanto posso cambiare partendo da domani mattina? immediatamente? e come tutto questo mi può portare verso la sostenibilità?
Pensando che la mia personale provocazione sia che oggi, per molti di noi, sia veramente possibile vivere con un piede nella propria terra, uno nel mondo e con la testa in rete.
26 Nov 2019
to and from Ellis Island
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Un’isola dove per anni sono arrivati i migranti provenienti da ogni parte del Mondo. Alla foce del fiume Hudson nella baia di New York, tra il 1892 e il 1954 divenne il principale punto d’ingresso per i migranti che sbarcavano negli Stati Uniti d’America, più di 12 milioni di persone sono passate da qui.
In questo posto si respira un’aria strana, un’aria quasi surreale, sembra di sentirle le voci di coloro che sono passati da qui. Immagina. Arrivare da una campagna del sud dell’Italia è trovarti qui agli inizi del 1900.
Il regolamento prevedeva che gli individui troppo anziani, le persone con deformità, ciechi, sordomuti e tutti coloro che soffrivano di malattie contagiose, aberrazioni mentali o qualsiasi altra infermità venissero respinti e rimpatriati nelle nazioni di origine.
Oggi Ellis Island è un museo che racconta un grande pezzo del processo migratorio e del processo di integrazione che questo paese ha gestito. Ci sono registri consultabili ed è possibile ricostruire la storia dei propri antenati che sono passati da qui. Questo è un database dove sono custodite le storie orali di Ellis Island dal 1892 al 1976 .
C’è una sezione del museo dedicata al modo in cui coloro che sono arrivati qui, nelle varie epoche, si sono dati da fare ed hanno lavorato per migliorare la loro posizione. Di come è stata difficile l’integrazione con coloro che erano già presenti. Non dobbiamo dimenticarci che questa terra è si frutto di un grande processo migratorio ma era già abitata e tutto questo ha sconvolto la vita di chi ci viveva prima dell’arrivo di noi europei.
Ho avuto la sensazione di respirare il momento fondante di questo paese. Dopotutto gli Stati Uniti d’America sono il più grande progetto di integrazione tra uomini e donne di diverse etnie che l’uomo abbia conosciuto negli ultimi secoli.
Mentre attraverso Manhattan per arrivare sull’isola, immerso in un’orgia di culture, di etnie, di odori, di suoni e di visi, penso a quanto tutto questo “sia Ellis Island ” quanto poco diamo senso e valore ai processi di migrazione che viviamo tutti i giorni. Se ci pensi, le migrazioni contengono un po’ anche delle istruzioni per il nostro futuro? non credi?
Ho messo in questo video i frame che ho trovato sulla mia strada per Ellis Island, come un racconto nel racconto, per vedere da un altro angolo il senso di un Museo che racconta da dove nasce tutto questo.
28 Nov 2019
I’m migrant
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“la parola emigrante in inglese è bellissima, non puoi farlo in altre lingue, perché prende l’individuo – Io sono (I am) e il migrante (migrant)” dice Pietro Costa.
“this is telling us that to help people, or to practice humanity, means committing a crime, and…and this is…is…if this is the destiny of the world…it makes it difficult to be optimistic for the future…” Risponde Mimmo Lucano
Uno stralcio di una delle conversazioni che Bacas sta generando con e per Mimmo Lucano qui a New York.
Qualche giorno fa, l’auditorium della Casa Italiana Zerilli – Marimò – New York University ha accolto Mimmo Lucano in maniera calorosa. Un pubblico di persone che hanno seguito le vicende di Riace, che hanno interagito cogliendo sfumature di un percorso che ha provato a dare delle risposte diverse nella gestione dei migranti in Italia.
Oggi è il giorno del Ringraziamento. Non è un caso che in questi giorni ci troviamo qui, a #NòvaYork a parlare di queste cose, proprio con Mimmo Lucano. Chi arriva e chi accoglie, nella storia, nei processi, nei legami che i popoli creano e nei ponti tra le culture.
30 Nov 2019
Un’artigiana libera, Monica Castiglioni
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Caro #Mastru, in questa residenza, ospite di Bacas a New York sto incontrando persone molto diverse tra loro, ma tutte portatrici di esperienze fantastiche.
Oggi ti racconto di Monica Castiglioni.
“Artista è una parola che a volte mi fa sorridere, sono un’artigiana libera…”
Lei è un’artigiana del bronzo. Già questo a me ha fatto impazzire, la sua passione per il bronzo sembra scomporre le barriere del tempo. Non ho fatto a meno di pensare che noi umani per “l’età del bronzo” ci siamo passati e Monica in qualche modo ne è testimone. Visitando la sua boutique ed il suo laboratorio ho avuto il privilegio di fare un viaggio fantastico.
Lei è un’altra che vive “con un piede nella sua terra, uno nel mondo e la testa in rete” La puoi trovare ad Ortigia, in Sicilia, a Milano e qui a Brooklyn.
Abbiamo parlato di poche cose, ma intensamente. Come sai non mi interessa il prodotto in sé in questi casi, ma provo a scoprire aspetti e sfumature che riguardano l’approccio dell’artigiano.
Il suo rapporto con il bronzo, il suo rapporto con il maestro, di quando lei era allieva di bottega e qualche appunto per crescere e sviluppare un proprio percorso, come artigiano e come artista, oggi, in questo mondo. Buona visione.
1 Dic 2019
1 Dicembre – World AIDS day
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Oggi è un giorno importante, qui negli stati uniti come in tutto il mondo. La giornata mondiale per la lotta alla diffusione dell’AIDS. Il sangue, ci pensiamo troppo poco al sangue a quello che fa e quello che è. Il sangue è la libreria più grande che abbiamo dentro, pieno di enigmi, pieno di storie. Quanto c’è di noi in una goccia di sangue.
Oggi, proprio oggi, ti propongo una riflessione che emerge da un progetto dal titolo “Donor project” di Pietro Costa.
Da un progetto iniziato nel 1989 intitolato nella prima fase “bloodworks”
Nel luglio scorso ero nel Castello Macchiaroli a Teggiano e vedevo appese ai muri delle strane “vele di sangue”, a fianco, delle foto in primo piano di persone e sotto un nome ed una data. É stata troppo forte la suggestione ed ho registrato e montato questo video che oggi ti ripropongo.
La mia residenza in Bacas – New York inizia da qui. Da questi “Ritratti per il terzo millennio”
C’è un messaggio che mi piace rilanciare il giorno del Word AIDS day: “Communities contribute to the AIDS response in many different ways. Their leadership and advocacy ensure that the response remains relevant and grounded, keeping people at the centre and leaving no one behind.” – Le comunità contribuiscono alla risposta all’AIDS in molti modi diversi. La loro leadership e la loro attività di advocacy assicurano che la risposta rimanga pertinente e fondata, mantenendo le persone al centro e non lasciando indietro nessuno.
3 Dic 2019
Ulisse
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Il povero Ulisse ha perduto tutti i suoi compagni quando lo troviamo… e lo troviamo senza niente, infatti bisognoso di costruire una zattera per poter attraversare un mare in tempesta.
Te lo avevo detto che sarebbe stato un viaggio straordinario questo a #NòvaYork. Questa pagina dei miei appunti è dedicata ad Ulisse ed a tutti gli Ulisse del nostro tempo. Tiziana Rinaldi Castro in questo video ci aiuta a fare una riflessione profonda. Affrontare il presente conoscendo il passato, la nostra cultura, ciò che ci ha preceduto, ed i miti servono anche a questo, sono degli strumenti lasciati lì per noi, da chi ci ha preceduto, per permetterci di interpretare il presente e immaginare il futuro.
Voglio riportare qui la conclusione di Tiziana:
“Dentro di noi esiste sempre la capacità di fare del bene ma esiste anche certe volte la tentazione di chiudere la porta all’estraneo che ci fa paura. Come se Omero ci mettesse di fronte a queste due realtà c’è Polifemo e non è l’unico, ci sono tanti altri episodi in cui vengono trattati malissimo gli uomini di Ulisse quando ancora sono vivi e Ulisse stesso e poi ci sono questi esempi di fulgida civiltà, e noi dobbiamo sempre scegliere.”
4 Dic 2019
People like us
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Man mano che i giorni sono scivolati via sono andato a cercare dei particolari, dei dettagli che mi permettessero di guardare questo paese da diverse angolazioni. Tutte loro sono in qualche modo legate ad da un unico filo. Una società come questa per quanto possa sembrarci assorbita nel suo essere caotica e consumistica, produce degli anticorpi. La storia di oggi devi guardarla così, come una storia di anticorpi per la società americana e non solo.
Alchesay, ragazza di origini portoricane e italiane che lavora in un posto chiamato Clubhouse. “Una Clubhouse è prima di tutto una comunità di persone. Molto di più di un semplice programma, o di un servizio sociale una clubhouse è soprattutto una comunità di persone che lavorano insieme con un obiettivo comune.” (qui c’è un bel documento che ne spiega i principi e l’organizzazione)
C’è qualcosa che lega le storie che sto raccogliendo in questi appunti. Le storie di emigrazione, la storia di Riace, Ulisse, Alchesay e tutti gli altri, qualcosa che ha a che fare con un’idea di umanità che abbiamo bisogno di ritrovare, che abbiamo bisogno di curare, di rinvigorire.
Giulio, da Partinico a New York, muratore 1° classe
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Giulio è un imprenditore edile di successo e vive a New York. Partito da Partinico, in questo video mi ha raccontato come si è integrato negli Stati Uniti. Il suo racconto però parte da Partinico e dalle botteghe dei suoi maestri. Da quando era un “piccolo mastro” e dalla sua capacità di rubare il mestiere.
Claudia Godi – The Godi Method®
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Durante il mio primo viaggio negli Stati Uniti ho conosciuto anche Clauda Godi, che ha “formattato” come dice lei, il suo metodo di lavoro per farlo diventare un vero e proprio marchio. Il The Godi Method. In questo video mi ha raccontato la sua esperienza in America e quali secondo lei sono le differenze con l’Italia. Se vuoi approfondire http://www.claudiagodi.com
PS: Riflessioni a margine, dopo aver riaperto gli appunti Americani a distanza di mesi
07 Giugno 2020, Caselle in Pittari, Cilento, Italia, Mondo
Per quanto un paese possa essere straordinario non sarà mai all’altezza dei nostri sogni, perché i nostri sogni, per essere tali devono essere leggeri, devono superare le altezze. Costruire un mondo migliore vuol dire praticare il necessario per ritrovarsi a fare l’impossibile. (questo è quello che diceva Francesco). Quanto stiamo facendo del necessario per essere Umani?