Mastru, prima di scrivere questa storia di bottega non pensavo che la stampa di una foto fosse così importante. Sono bastate due o tre mosse da parte di Roberto per mettere fuori gioco le mie vecchie convinzioni. Con questo video provo a portarti con me nel suo mondo:
Piccola nota sul video che hai visto: “Touch the photography” è un video nato perché ritengo Roberto Simoni un artigiano e ho fortemente voluto che la sua storia facesse parte di questo percorso di ricerca e di riflessione al quale ho dato il nome di Storie di Bottega.
Come avrai capito guardando il video, in questo post, il video è la storia, prima di lasciarti voglio dire quest’ultima cosa.
Una fotografia la devi pensare, interpretare, arrangiare, leggere ed elaborare al momento giusto. Dire che “l’immagine digitale non esiste” è una provocazione che deve farci pensare. Trasformare i bit in atomi, riprodurre ciò che abbiamo visto e selezionato con i nostri occhi e poi ancora, riuscire a toccarlo con le mani. Le mani, si, le mani che toccano perché come diceva Maria Montessori le mani sono l’organo dell’intelletto.
Le mani sono parte di questo ragionamento perché rendono la fotografia umana. Fragile, dunque umana.