Caro Mastru, la mano robusta di nonno tocca la mano delicata di bambina, il robusto e calloso palmo, testimone di tanta fatica trova il delicato tocco e se ne arricchisce.
É la mano che tocca la mano, la mano che indirizza la mano, nell’uso dei ferri, nella direzione da prendere nella vita, nel giro da fare in questo mondo.
Il rapporto allievo maestro, qui, è quello tra nipote e nonno. Storie di lavoro ascoltate fin da piccolo che diventano, per incanto, finestre che si aprono quando si ha la possibilità di lavorare fianco a fianco con il proprio nonno. A me questa fortuna è capitata e oggi te la racconto così. Con le lacrime agli occhi. Le storie dei nonni sono uno strumento, i loro strumenti di lavoro sono un amuleto che ci permette di proteggerci e di rimanere ancorati indissolubilmente a quelle storie.
I ferri di lavoro sono nelle storie e sono le storie, così la pratica entra nella narrazione di una vita e la vita ne è scrigno. Perché quando avrai lavorato con i ferri di tuo nonno, potrai anche allontanarti dal mondo della tua infanzia, ma quel mondo sarà sempre dentro di te, ed al momento opportuno, quando ne avrai bisogno, saprai tirarlo fuori, e credimi, farà la differenza.
Perché, che tu faccia il pane, scriva una lettera, lavori il legno, aggiusti una lavatrice oppure leggi un libro, tutte le pratiche che impari con tuo nonno o con tua nonna sono in qualche modo legate ai loro ferri, e le loro storie sono le nostre storie, fin dal momento in cui mettiamo le mani sui ferri del lavoro.
Ho avuto la fortuna di sudare e faticare al fianco di entrambi i miei nonni e per questo ringrazio Dio. Ho imparato che nemmeno un minuto in loro presenza va sprecato, perché il tempo è la risorsa più preziosa e sta a noi gestirla al meglio.
La mano rugosa e callosa, è adesso, anche fresca e gentile ed ha ancora tanto lavoro da fare. Abbiamo bisogno di mani e teste sapienti, quindi stimoliamo i nostri ragazzi a studiare e lavorare fianco a fianco con i loro nonni se questo è possibile, ne saranno grati, un giorno
Rosa e Patrizio, sono i protagonisti di questa foto. Mi piace pensare che se c’è un nipote, c’è, li fuori, in qualche modo, anche un nonno o una nonna, pronta ad insegnargli qualcosa.