Caro Mastru,
Oggi ti porto dritto dentro ad una delle più belle discussioni (mai chiuse) che possano ruotare intorno al mondo delle botteghe.
Riprendiamo il discorso da qui, per non finire mai.
Tutti conosciamo Leonardo, Michelangelo, Raffaello ma ti sei mai chiesto dove hanno imparato il mestiere questi grandi artisti? Chi li ha iniziati? Chi è stato così bravo da ispirarli profondamente con il proprio saper fare?
Il Verrocchio, ad esempio, visse a Firenze nel 1400, lavorando nella sua bottega, facendola diventare fucina di genio e di innovazione. Il Verrocchio fu il maestro di Leonardo
Una domanda impegnativa quella che mi ha occupato in questi giorni. Quali sono le caratteristiche di un buon maestro? In quale contesto opera e quali sono i suoi tratti distintivi?
E poi, cosa accomuna i maestri di ogni ordine e grado e di ogni latitudine e longitudine?
Dunque esisteva un limite concreto alla vitalità a lungo termine della bottega artigiana. La trasmissione delle conoscenze, in termini moderni, diventò difficoltosa; l’originalità del maestro inibiva tale trasmissione. (Richard Sennett – “L’uomo artigiano” pag. 78)
Domande aperte, che rimarranno tali e che continueranno ad occupare le nostre riflessioni.
Ho chiesto aiuto a Richard Sennett che a pagina 78 de L’uomo artigiano continua così:
Questa difficoltà perdura ancora oggi nei laboratori scientifici come negli atelier degli artisti. Nel laboratorio scientifico, mentre l’istruzione nei procedimenti da seguire non presenta problemi, più difficile è per lo scienziato trasmettere ai collaboratori alle prime armi quell’atteggiamento di dubbio vigile che porta a individuare nuovi problemi mentre ne sta risolvendo uno o spiegare loro il tipo di intuizione fondata nell’esperienza che fa capire subito che una certa direzione porterà probabilmente a un vicolo cieco. (Richard Sennett – “L’uomo artigiano” pag. 78)
Un buon maestro deve conoscere a fondo la materia che insegna. Non può permettersi di essere impreparato, deve saper comunicare e coinvolgere il suo allievo.
Credo poi che molte informazioni e conoscenze l’allievo le apprenda “da solo” quando il maestro non c’è oppure si è un attimo “messo da parte”.
Qualche tempo fa ho avuto la fortuna di intervistare la mia maestra delle elementari e di realizzare con lei un breve progetto intitolato Una settimana a scuola con la maestra Bruna e dopo Sennett, lei, la mia maestra, è la seconda persona alla quale ho chiesto aiuto per condurre questa ricerca:
“Un maestro deve pretendere… se dai devi anche pretendere”.
Caro mio, ad un certo punto, per allargare un po’ la discussione ho postato questa domanda, scrivendola, come mi capita con le questioni importanti, sulla lavagna di bottega che in un attimo si è trovata catapultata sul wall di Facebook.
Sono arrivati un sacco di commenti, tutti molto belli, li ho riportati qui per condividerli e commentarli con te.
“Un buon maestro deve innanzitutto amare quello che fa, e crederci fino in fondo. Saperlo trasmettere. In questo modo chi lo seguirà sarà capace di individuare la sua strada, investendo in essa la stessa passione. A prescindere dall’oggetto dell’insegnamento del maestro” dice Sabrina.
“Un buon maestro è l’esperienza” le risponde subito Cristian.
Per Saverio “Un buon maestro lo riconosci dalla scintilla che ha negli occhi quando spiega”.
“è uno che incalza” dice Anita, le risponde Dominic dicendo che secondo lui “Un buon maestro é sempre pronto ad apprendere e imparare”.
Maria lo dice con pochissime parole ma che valgono una vita intera “Un buon esempio”.
Per Luciana “Un buon maestro è colui che fa venir fuori le tue capacità” eh si, perché far emergere le capacità dell’allievo è compito del maestro.
“Un buon maestro é colui che non smette mai di essere alunno” rispondono Carlo e Giuseppe che da buoni artigiani della nostra epoca sanno che non bisogna mai smettere di imparare.
“Uno che ti lascia fare e che t’aiuta a maturare le tue attitudini; che non sfrutta la tua freschezza per dare lustro o freschezza a sé stesso. Maestro è chi sta dietro cose, persone ed eventi. È colui a cui ride il cuore vedendo che alla fine si è andati molto oltre rispetto alle speranze iniziali” Gemma ha tirato fuori delle sfumature molto significative invece, alle quali non avevo pensato.
Giovanni, da gamer e specialista dei giochi quale è ha ridotto il tutto a: “Il gioco” eh si, per lui un buon maestro è il gioco, in quanto azione, in quanto immersione e coinvolgimento nelle cose attraverso il divertimento.
“colui che quando insegna trasmette passione e il colore della sua dottrina. è colui che trasmette il suo sapere ma apprende nuovi punti di vista. è una persona altruista, umile e saggia.” dice Arianna.
Giovanna invece dice che un buon maestro “È capace di confrontarsi” e come darle torto, un maestro chiuso nelle proprie convinzioni molto probabilmente non riuscirà mai a trasformarsi con l’andare del tempo e delle cose.
“Colui che attraverso l’insegnamento tecnico ti insegna ad amare quello che fai” dice la Chef contadina Giovanna.
“Un buon maestro dovrebbe essere prima di tutto una persona sensibile” gli fa eco Moira.
Nicola introduce delle cose nuove: “Un buon maestro è colui che riesce a trasmettere hai propri alunni il suo sapere, con semplicità ed armonia senza far pesare anche l’argomento difficile.. Trasmettere tutto e capire quale può essere la cosa più difficile da capire per l’alunno che segue, perché prima d’essere maestro è stato anche lui un alunno”.
“Un buon maestro è chi ascolta con attenzione. Dopo può anche restare in silenzio per insegnarti qualcosa” dice Michele.
Vittorio ritorna a giocare con l’approccio e ci ricorda che un buon maestro potrebbe essere anche “la curiosità”.
“Condividere saperi richiede generosità. Un buon maestro è generoso.” Simona ci ricorda che bisogna conservare la generosità per essere dei buoni maestri.
“È quello che si ricorda che anche lui è stato tra i banchi” dice Giuseppe.
Per Lucia il maestro è soprattutto “Colui che ha la capacità di incuriosirti!”.
Vittorio ci porta in una sfera molto emotiva e ci dice per lui un buon maestro è “L’amore (per quello che si fa e si insegna)”.
“È colui che insegna il suo sapere, senza giudicare le capacità altrui.” ci dice Venere.
Per Michele un buon maestro è “Comprensivo”.
Per Giuseppe “Un buon maestro è colui che fa le cose e le trasmette con la mente e con il cuore”.
“.quella persona che ti fa crescere in esperienza e capacità senza che tu te ne accorga. Ti affida compiti di difficoltà crescente e ti stimola a fare sempre di più, ampliando e valorizzando il tuo istinto e le tue potenzialità. Pazienza, fermezza e istinto sono le sue doti.” Gianfranco si sofferma anche sulla progressione dei compiti che ti affida un buon maestro, una cosa non così scontata.
Per Angela è “Attento, paziente e innamorato d quello che fa e di quello che dice”.
“un esempio” dice Giovanna, un maestro deve essere e dare l’esempio.
Per Mario è “Colui che ti fa acquisire autostima e ti fa sentire speciale per quello che sei”.
Per Vincenzo è “Quello che a un certo punto ha la capacità di nascondersi all’allievo.”
“Un buon maestro è Esempio, Empatia, Autorevolezza. Comprende, ascolta, corregge e, soprattutto, non fa sconti a se stesso.” Questo ce lo dice Pier Paolo.
“Generoso” ci ricorda Piero.
Per Giulio c’è una condizione per poter essere un buon maestro, “Colui che è predisposto ad accogliere un allievo”.
Carmine, ci ricorda che anche per lui “Un buon maestro è capace sempre di apprendere.”
Simone dice “In una sola parola direi è “entusiasta”. Talvolta l’entusiasmo è il motore delle relazioni professionali, proprio come è successo a me con la mia “maestra” Rita Lunatici“.
Bello anche quello che ci scrive Guerino, che dice, “Chi ha avuto un buon maestro”.
Maria Antonietta “dice che un buon maestro deve essere come la Maestra Bruna”.
“Chi sa di non sapere nulla è un buon maestro” ci ricorda Laura.
Per Domenico “dovrebbe individuare le qualità dell alunno e indirizzarlo dove sfruttarle al meglio”.
Per Giuseppe deve essere “Esemplare”.
“Un lucido specchio in cui riflettersi” una bella e poetica definizione quella di Rebecca.
Per Maria “È colui che sa dare e ricevere con umiltà.”
Maria dice che per lei un buon maestro è “La pietra che ti chiede di essere scolpita per diventate gesto e parola, così da far parlare i tuoi pensieri trasformandoli in opera!!!”.
“Una persona che con passione e pazienza è in grado di trasmettere concetti complessi in modo semplice. Chi aiuta a sviluppare curiosità e pensiero critico e condivide il suo sapere con gli altri nella speranza che possa essere utile per risolvere i problemi a cui lui non è riuscito a dare risposta” questo è per Sabrina un buon maestro.
“È colui che ti aiuta a capire e scoprire il tuo vero talento” dice Mariana Sofia.
“è chi si lascia insegnare dall’allievo” dice Luca ritornando sul concetto di maestro che non smette mai di apprendere.
Gli fa eco Michele “Colui che divulga il suo sapere restando sempre alunno”.
Anche Vittorio ci ha dato il suo contributo “Un mastro è colui che non sa di sapere e gli interessa solo far conoscere a quante più persone possibili la verità, condividendola insieme ai suoi discepoli ogni giorno. In poche parole Dio! :)”.
E Martina che ci dice che per lei il buon maestro è “quello che ha la pazienza di aspettare che gli allievi imparino dai loro errori!”
Bene caro Mastru,
da Sennett ad Anita, Giuseppe e Vittorio, passando per la maestra Bruna e ritornando a Sennett grazie alle persone, alle loro esperienze, che oggi, in ogni ordine e grado, in ogni ambito della vita lavorativa ed educativa, stanno lì, a riflettere su quanto sia importante avere buoni maestri.
Grazie per essere il mio maestro!
PS: nella foto di copertina, il Maestro Felice Mariella all’opera con suo figlio e allievo Giovanni Mariella